Constatazioni.


L’altra sera eravamo a cena, in quattro, tra amici di vecchia data. Si parlava di tutto, del lavoro, della vita, dell’amore, dei figli, del cibo, del servizio, di Dostoevskij, di quale suo romanzo fosse il preferito dai commensali, di quello che uno scrive, delle speranze, dei desideri, dei sogni, della capacità o dell’incapacità di riuscire a racchiudere ciò che voglio in parole. Pareri, opinioni, etc etc. Del desiderio di sbarazzarsi di tutto per essere capaci di incominciare daccapo e poi ricominciare. Poi, d’improvviso, una constatazione dinanzi alla quale ci siamo arrestati “Cazzo! Ci sono volte in cui leggere è davvero più emozionante che scrivere!”.

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